L'ANCA DELLA BALLERINA

ANCA DELLA BALLERINA : l'esperto risponde - TESTO DEL PROF. MASSIMILIANO NOSEDA

 

L'ANCA DELLA BALLERINA

 

Testo realizzato per la rivista PROFILO SALUTE n 2 del marzo 2022 sul tema "L'ANCA DELLA BALLERINA" dal Prof Massimiliano Noseda, docente universitario, medico specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, consulente di centri medici e strutture riabilitative.

 

Si precisa che il seguente testo ha una finalità puramante divulgativa e non è sostitutivo di una visita specialistica, unica procedura in grado di confermare la diagnosi e di valutare il trattamento riabilitativo più adatto al caso specifico. 

 

Si definisce anca della ballerina una problematica tipica dell'articolazione coxofemorale che nella maggior parte dei casi costituisce più un fastidio che non una manifestazione di rilevanza clinica. Questo in quanto spesso l'unica sua espressione è un fenomeno rumoroso ma innocuo, definito scatto o schiocco, mentre solo più raramente prevede anche dolore, debolezza muscolare, gonfiore o reali difficoltà motorie tali da inficiare le attività della vita quotidiana o lavorative. In ambito sportivo è particolarmente frequente nelle ginnaste e nelle ballerine per lo stress a cui è sottoposto tale distretto anatomico durante le gare o gli allenamenti. Tuttavia, sono anche noti fattori predisponenti generici come la magrezza costituzionale, la lassità legamentosa, i pregressi traumi o le alterazioni del normale sviluppo osteoarticolare locale. Per tale motivo può essere riscontrata, anche se con minor frequenza, nella popolazione generale non sportiva dove è spesso denominata alternativamente coxa saltans o anca a scatto. Di norma è comunque di più facile osservazione nel genere femminile durante la seconda e la terza decade di vita.

 

Il quadro di più comune riscontro è detto "a scatto esterno" ed è dovuto ad un'eccessiva tensione a carico della bandelletta ileotibiale che presenta un movimento non fluido al passaggio sul grande trocantere in direzione esterna. Segue per frequenza la tipologia "a scatto interno" imputabile ad un'aumentata tensione dei muscoli ileopsoas o retto femorale, oppure dei rispettivi tendini, ancorati a livello della porzione prossimale del femore. In tal caso lo schiocco è percepito dal soggetto a livello antero-mediale ovvero inguinale. La terza variante è detta "a scatto intra-articolare" ed è solitamente di tipo post-traumatico. Pertanto, può essere causata da lesioni della cartilagine articolare o del labbro acetabolare, da lacerazioni del legamento rotondo della testa del femore, da frammenti ossei liberi o da condromatosi sinoviale. Più rara è, infine, la tipologia "a scatto posteriore" dovuta ad un'eccessiva tensione del tendine d'origine dei muscoli ischiofemorali che schioccano al transito sulla tuberosità ischiatica su cui si inseriscono.

 

Ogni caso di anca della ballerina è, quindi, meritevole di un'attenta valutazione clinica mirata non solo a stabilire la causa dello scatto ma anche a definire la miglior condotta da seguire nel tempo. A tal proposito, un ortopedico o un fisiatra con buona esperienza in ambito sportivo sono gli specialisti medici a cui è consigliato rivolgersi fin da subito.

Da un punto di vista diagnostico, un'ecografia è utile per studiare al meglio le parti molli e valutare pertanto sia lo stato del tendine sia la presenza di eventuali borsiti associate mentre una radiografia consente di rilevare corpi estranei intra-articolari, anomalie dello sviluppo, esiti di traumi pregressi o presenza di patologie articolari come artrosi o artriti. La risonanza magnetica, invece, si riserva esclusivamente a casi dubbi o all'approfondimento di problematiche emerse dai due esami precedenti.

 

Nei casi asintomatici, ovvero in cui è presente solamente lo schiocco, si consiglia solitamente un programma di ginnastica personalizzato che l'atleta dovrà eseguire non solo quotidianamente ma anche in fase pre-allenamento e pre-gara. Questo prevedrà soprattutto esercizi di rieducazione posturale, di rinforzo dei muscoli decondizionati e di allentamento tramite stretching delle strutture determinati lo scatto. Nei casi sintomatici, invece, si valutano anche terapie farmacologiche, di tipo analgesico o antinfiammatorio, e terapie fisiche locali come ad esempio laser, tecar o ultrasuoni. Sulla base della gravità del quadro clinico dovrà essere considerata anche la sospensione dell'attività sportiva, non sempre facile da far accettare all'atleta, oltre ad un programma di riatletizzazione mirato in fase di ripresa. Eventuali interventi chirurgici, solitamente in via artroscopica, sono rari in caso di anca a scatto e si programmano per lo più solo per la rimozione di corpi liberi intra-articolari che, se misconosciuti e lasciati in sede, potrebbero danneggiare seriamente ed irreversibilmente l'anca portando ad un'artrosi secondaria precoce.