SCAPOLA ALATA: a chi rivolgersi per inquadrare e gestire il problema ?
Intervista realizzata per la rivista PROFILO SALUTE n 3 2018 sul tema "scapola alata: come inquadrare e gestire il problema" al Prof Massimiliano Noseda, docente universitario, medico specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, e consulente di centri medici, strutture riabilitative, palestre e centri sportivi.
A cosa è dovuta questa condizione? E’ solo un problema estetico? E’ possibile correggerla? Vediamolo insieme.
Cosa è la scapola alata ?
Si tratta di un assetto posturale anomalo della scapola che si presenta col margine mediale sollevato rispetto al piano toracico. Ciò genera le tipiche fossette cutanee che danno alla scapola il tipico aspetto alare. Tale condizione, che se marcata può associarsi ad un’anteriorizzazione di tutta la spalla, può essere mono o bilaterale e costituisce una delle problematiche posturali di più frequente riscontro in età giovanile.
Chi sono i soggetti a maggior rischio?
Si riscontra con maggior frequenza nei giovani sedentari rispetto ai coetanei praticanti attività sportiva. Inoltre, in tali soggetti, si osserva spesso la contemporanea presenza di altri paramorfismi sia a livello della scapola stessa, come il dislivello e l’asimmetria, sia in altri distretti, come l’iperlordosi lombare e il dorso curvo astenico. Ciò implica che la sedentarietà costituisce sicuramente un importante fattore di rischio. Inoltre, altri fattori predisponenti sono sicuramente la magrezza costituzionale e il genere femminile per la minor componente muscolare sottesa a tali condizioni.
A cosa è dovuta?
Solitamente è imputabile a uno scarso controllo neuromuscolare e a una ridotta performance funzionale della muscolatura stabilizzatrice della scapola ( trapezio, gran dorsale, elevatore della scapola, romboide, gran dentato e piccolo pettorale ) in termini di forza, resistenza ed elasticità, conseguente a posture viziate protratte nel tempo, spesso in associazione alla mancanza di stimolo allenante di tali strutture per stili di vita troppo sedentari. Più raramente può invece essere dovuta a vere e proprie patologie di tipo congenito come la malattia di Sprengel, neuromuscolare come la distrofia facio-scapolo-omerale, o neurologico come la sindrome di Parsonage-Turner o le lesioni dei nervi toracico lungo o accessorio spinale. Pertanto, anche se asintomatica, tale condizione deve sempre essere valutata da un medico specialista esperto in problematiche della crescita per comprenderne la natura e deve sempre essere monitorata nel tempo, oltre che trattata, per evitare che tale quadro possa aggravarsi.
Cosa lamenta il paziente con scapola alata?
Nella maggior parte dei casi il soggetto in fase di crescita giunge all’osservazione medica lamentando una problematica di tipo esclusivamente estetico di cui si è accorto spontaneamente o che altri gli hanno fatto notare ad esempio nel periodo estivo quando il caldo porta i soggetti a scoprirsi con maggior facilità. Più raramente, invece, il soggetto non si accorge di tale condizione e decide di consultare il medico lamentando debolezza muscolare o un fastidio a livello dorsale che spesso è esacerbato da attività sportive e lavorative richiedenti un impegno intenso per la spalla.
Come è possibile gestire tale condizione?
La regolare pratica di attività sportiva associata ad esercizi riabilitativi mirati è in grado di migliorare nella maggior parte dei casi sia la sintomatologia che l’assetto posturale globale. Le probabilità di successo saranno tanto maggiori quanto più precoce è la diagnosi e tanto più diligente sarà il paziente nell’effettuare il trattamento rieducativo con costanza nel tempo anche in autonomia e al domicilio. La riabilitazione dovrà prevedere non solo esercizi specifici di tonificazione degli stabilizzatori della scapola, come quello del candeliere, ma anche esercizi respiratori, di rilassamento, di stretching, propriocettivi e di rieducazione posturale globale.
E’ possibile la pratica di attività sportive che prevedono un’anteriorizzare della spalla durante il gesto sportivo ?
Fatta eccezione per i casi più gravi o ad associazioni con altre e gravi patologie di spalla che sono abbastanza rari, attività sportive come la scherma, il judo, il nuoto a rana o a delfino, non sono controindicate in assoluto a patto che vengano effettuate con carichi di allenamento non eccessivi e che siano previsti idonei momenti di preparazione atletica con specifici esercizi di compensazione. Tuttavia, valutazioni di idoneità più approfondite e multidisciplinari devono invece essere richieste nei soggetti che intendono praticano tali discipline a livello agonistico per via dell’impegno e dello stress continuo a cui è sottoposta la regione scapolare.