PROTESI D'ANCA E SPORT

PROTESI D'ANCA E SPORT: l'esperto risponde - TESTO DEL PROF. MASSIMILIANO NOSEDA

 

PROTESI D'ANCA E SPORT

 

Testo realizzato per la rivista LA PALESTRA n 76 del maggio-giugno 2018 sul tema "PROTESI D'ANCA E SPORT" dal Prof Massimiliano Noseda, docente universitario, medico specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, e consulente di centri medici, strutture riabilitative, palestre e centri sportivi.

 

Si precisa che il seguente testo ha una finalità puramante divulgativa e non è sostitutivo di una visita specialistica, unica procedura in grado di confermare la diagnosi e di valutare il trattamento riabilitativo più adatto al caso specifico.

 

L’intervento di protesizzazione d’anca prevede la sostituzione di parte o di tutta l’articolazione coxofemorale conseguentemente a fratture, patologie degenerative come l’artrosi, reumatologiche come l’artrite reumatoide e congenite come la displasia congenita che non trovano beneficio da altri trattamenti conservativi come la ginnastica riabilitativa, le terapie fisiche, i farmaci e gli integratori. Più frequentemente rispetto al passato, tale soluzione chirurgica viene proposta in età sempre più precoce in soggetti che tra l’altro la volontà di praticare le attività sportive svolte in epoca precedente all’intervento. Fermo restando che ogni individuo può avere particolari controindicazioni di diversa natura, come patologie oculistiche, cardiologiche o ortopediche in altri distretti, da considerarsi nel giudizio di idoneità alla pratica sportiva, e che ogni attività motoria deve essere autorizzata per tipologia, intensità e precauzioni da adottare dall’equipe medica che ha seguito il paziente, vediamo in sintesi quali sport sono di norma praticabili a livello ludico-amatoriale. In ogni caso, la graduale ripresa della pratica sportiva è solitamente consentita non prima di quattro mesi dall’intervento, periodo in cui il dolore è completamente scomparso ed il pieno recupero stenico, articolare e propriocettivo è stato già raggiunto e consolidato.

 

Semaforo verde

Sono di norma praticabili tutte quelle attività che non prevedono vigorose sollecitazioni delle strutture protesiche e che contribuiscono a mantenere un buon trofismo del cingolo inferiore. E’ possibile e consigliato, quindi, effettuare camminate ed esercizi in palestra a carico naturale, ma anche discipline come il nuoto, il golf, la bicicletta, lo sci di fondo, il canottaggio e il ballo da sala.

 

Semaforo giallo

Alcuni sport sono di norma consentiti, se praticate monosettimanalmente o più raramente, e se già praticati in precedenza in modo da poter beneficiare sia dell’esperienza sia della tecnica così da ridurre lo stress articolare e limitare le possibilità di caduta. E’, quindi, questo il caso del tennis consigliato in doppio anziché in singolo, su terra battuta anziché su terreno sintetico, in allenamento anziché in partita, o dello sci in discesa proponibile effettuando curve larghe anziché strette, su neve battuta anziché fuoripista o su fondo ghiacciato, ed utilizzando apposite racchette. Pattinaggio su ghiaccio o su rotelle sarebbe meglio evitali, non tanto per il gesto sportivo che è ben tollerato dall’impianto, ma per l’aumentato rischio di caduta con possibile danno alla protesi o alle strutture anatomiche circostanti. La pesistica è, infine, possibile considerarla ma limitando notevolmente i sovraccarichi, soprattutto per gli arti inferiori, e privilegiando, dove possibile, le varianti d’esercizio da sdraiati o da seduti rispetto a quelle in stazione eretta.

 

Semaforo rosso

Sono sconsigliate, invece, tutte quelle attività che prevedono salti energici per il sovraccarico protesico conseguente, frequenti possibilità di caduta o di impatto con altri giocatori come ad esempio il calcio, il basket, la pallavolo, il climbing, la ginnastica aerobica o artistica.